La sezione paleontologica
Dal 1997 il Museo, grazie a numerose donazioni, si è arricchito di una interessante sezione paleontologica dove sono visibili fossili guida delle diverse ere geologiche. Sono ora esposti 250 esemplari, anche di vegetali, di età variabile tra i 600 milioni fino a poche migliaia di anni fa.
Da 600 milioni di anni…
In una vetrina sono esposti due uova di dinosauro, uno di Sauropode (erbivoro) e l’altro di Velociraptoide (carnivoro). Nello stesso espositore da segnalare per la loro valenza scientifica un Notosauro e un Mesosauro,uno dei rettili più significativi per comprendere la storia geologica del nostro pianeta, tramite la “Deriva dei Continenti” celebre tesi di Alfred Wegener.
Nella sezione compaiono anche splendidi pesci del Cretaceo (135-75 milioni di anni fa), lastre con impronte di rettili del Permiano (270-220 milioni di anni fa) e con fossili di anfibi, ed altri animali marini. Presenti anche numerosi denti (squali, dinosauro, mammuth, ecc.) e un insetto in ambra. Spettacolare l’Ammolite, prezioso fossile marino del Canada, donato da Antonio Percuoco, ricoperta da sgargiante aragonite multicolore a seguito di un’antica eruzione vulcanica che l’ha ricoperta di cenere poi divenuta basalto.
In una vetrinetta è esposta una fedele riproduzione di “Ciro”, curata dai paleontologici del Museo di Storia Naturale di Milano, ovvero dello Scipionyx Samniticus, il cucciolo di Pietraroja (Bn), unico dinosauro di cui sono stati rinvenuti gli organi interni. Sono anche in mostra, corredati da modellini didattici dei relativi rettili, gli interessanti reperti di dinosauri (denti, unghie, vertebre, ecc.) donati dal famoso paleontologo canadese Philip J.Currie, primo vincitore del Premio Capo d’Orlando.
Mesosauro
Ammonite (interno ed esterno)
Dicranurus
Dito di Adrosauro
Echinodermi
Felci
Foglia di Acero
Megalodonti in matrice
Molare di Mammuth
Ostrea
Peli di Mammuth
Pigna
Rudista (Vico Equense)
Testa di Tapiro
Zanna di Mammuth
Un fossile eccezionale
grazie a minerali e vulcani
L’Ammolite è un’eccezionale ammonite fossile di 71 milioni di anni, mineralizzata in aragonite iridescente. Questo processo avviene grazie ai numerosi strati di bentonite (cenere vulcanica) che sono presenti solo nella stratificazione della Bearpaw Formation nel sud della Alberta in Canada nei pressi del St. Mary River. Dal 1981 a questi campioni, unici fossili al mondo, è stato riconosciuto ufficialmente lo status di gemma da parte della World Jewellery Confederation (CIBJO) e dal Gemmological Istitute of America. Pertanto, essa si misura in carati (kt) come il diamante, ma è molto più rara: in una tonnellata di materiale sedimentario rimosso si trovano 0,6 kt di ammolite contro i 1,5 kt di diamanti. I particolari colori iridescenti sprigionati da questa conchiglia sono dovuti alla rifrazione della luce sui diversi livelli del guscio aragonitico. Ogni colore rappresenta un diverso strato con cui la luce origina uno spettro quasi completo del visibile, fra questi il blu è certamente il più raro. L’esemplare del Museo Mineralogico Campano, conservato in matrice e proveniente dall’unico sito al mondo che presenta questo tipo di conservazione, è donato da Antonio Percuoco. L’ammolite ha un diametro massimo di 11,5 cm e non ha subito alcun restauro. Fino ad oggi, l’unico di questi gioielli naturali presente nei musei italiani, appartiene al Museo di Storia Naturale di Milano. Inoltre, in Europa, solo due altri campioni sono esposti nei musei di Berlino e Lione.
Ciro, il cucciolo di dinosauro più famoso al mondo
Ciro è stato il primo dinosauro italiano ed ha aperto il campo a nuove ricerche, che hanno portato in diverse località a notevoli ritrovamenti di orme e scheletri fossili di grandi rettili.
Tra le località della Campania dove sono stati rinvenuti fossili che testimoniano nelle ere geologiche i grandi cambiamenti geo-morfologici e climatici, figurano Capo d’Orlando (Vico Equense) e Pietraroja (Benevento).
In questo comune del Sannio (960 mt s.l.m.), già famoso nel secolo XIX per gli ittioliti molto simili a quelli di “Castellammare” (area Vico Equense – Castellammare di Stabia), è stato rinvenuto nel 1981 un fossile del Cretaceo inferiore (113 milioni di anni fa) di una nuova specie di dinosauro. I paleontologi lo hanno classificato come Scipionyx samniticus, più popolarmente “Ciro”.
L’esemplare è lungo 23 cm e presenta una eccezionale conservazione, unica al mondo. Oltre alle ossa di quasi tutto il corpo, sono evidenti le tracce degli organi interni, con corto intestino ad ampia sezione, tipico di un carnivoro, e di altri tessuti molli, tra cui il fegato e i muscoli della coda. Ciro era un neonato che, uscito dall’uovo, visse solo pochi giorni: lo dimostrano le grandi cavità orbitali e il muso corto. Il ritrovamento e la sua successiva classificazione gli sono valse nel marzo 1998 la prestigiosa copertina di Nature.
Nel Museo sono in mostra (in dimensioni reali) una ricostruzione tridimensionale della lastra con il fossile e un modellino scientifico realizzato nel Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Ciro è inserito in un diorama che riproduce il suo habitat, con specie vegetali ed animali tipiche delle isole tropicali che costituivano l’Italia del Cretaceo.